Il poeta Mario Luzi, su invito del papa Giovanni Paolo II, scrisse la meditazione per la Via Crucis al Colosseo, in occasione della tradizionale liturgia pasquale del venerdì Santo del 2 aprile 1999.
Luzi fu assalito da profondo turbamento, lui che viveva la poesia come elezione e pratica salvifica, si sentì inadeguato: «non era solo un dubbio di insufficienza – confessò - ma il timore che la mia disposizione interiore non fosse così limpida e sincera quanto il soggetto richiedeva. Ero invitato a una prova ardua, un tema sublime, la Passione di Cristo: ce ne può essere uno più elevato?».
Il bene trabocca, nonostante il sangue e la croce, e arriva a contenere persino il buio della morte. La Via Crucis del poeta si conclude con una preghiera di una bellezza straordinaria. Queste le parole ultime: “L’offesa del mondo è stata immane. Infinitamente più grande è stato il tuo amore. Noi con amore ti chiediamo amore.”
L'iniziativa è promossa da La Casa della Poesia di Monza, in collaborazione con il Duomo e la Cappella Musicale diretta dal Maestro Giovanni Barzaghi, nel ventesimo anniversario della scomparsa del poeta.