COSì LONTANO INCREDIBILMENTE VICINO - MOSTRA

Dal 6 Mag 2022 al 2 Lug 2022

VILLA CONTEMPORANEA

Villa Contemporanea è lieta di presentare la bi-personale Così lontano incredibilmente vicino, con le opere di Ernesto Morales e Anna Turina.

Cielo e terra si intrecciano nelle opere dei due artisti, legati dalla poetica della trasformazione: Morales sposta lo sguardo verso l’alto, verso un universo trapunto di stelle; Turina verso il basso, verso la terra e chi la abita.

Scrive Michela Ongaretti nel testo critico che accompagna la mostra: “Così lontano incredibilmente vicino è un titolo che potrebbe aver dato un visitatore, posto al centro di due visioni, nella contemplazione di due opposti che non sono nemmeno tanto contrastanti. Sono due facce di una sola medaglia che racconta una storia costellata di desideri volti alla crescita, del nostro bisogno di donare e sentirci parte di un mondo di relazioni con tutto il carico dei nostri obiettivi e dei nostri dolori, insomma del nostro umano vivere guardando al passato e al futuro. Destinati a vivere un presente in costante mutazione”.

Ernesto Morales presenta il nuovo ciclo Cosmo che indaga, attraverso la rappresentazione pittorica delle nebulose, la connessione tra lo spazio cosmico e il nostro ambiente terrestre. Elaborando il tema delle nuvole e delle nebulose, l’artista pone l’attenzione a ciò che è instabile, mutevole, in continua evoluzione, emblema dell’incessante divenire del tempo. I diversi fenomeni terrestri si pongono in relazione di interdipendenza con l’energia proveniente dalle stelle, dalle galassie più lontane, dal vuoto cosmico. Bellissime opere su tela, dipinte ad olio - la stesura della pittura data a pennello attraverso minuscoli punti di colore - evocano l’idea della polvere stellare di cui sono fatte le nebulose. Cosmo è una riflessione visiva e poetica sulla percezione di luce e tempo e sull’implicazione che questa percezione ha sul nostro essere materiale e spirituale insieme.

All’approccio pittorico di Morales si affianca la matericità di Anna Turina che, invece, indaga l’aspetto terrestre. Un albero rivestito di foglia oro si erge nello spazio espositivo: il gesto dell’artista lo rende immortale, lo trasforma in simbolo che trova nella sua trasformazione il significato del cambiamento. Turina riflette sulle conseguenze che un atto improvviso – il crollo di un albero, la corteccia bruciata da un fulmine, la caduta di un nido- possono determinare nel ciclo della vita. Piccole metamorfosi simbolo della fragilità ma anche della sua forza e della sua eterna trasformazione.

“Turina occupa spazio in senso scultoreo e Morales spalanca una visione cosmica oltre il nostro senso del tempo, ma l’installazione della prima attiva la memoria del passato e i dipinti del secondo sono come ritratti dello spazio stellare. E’ l’interazione tra le due ricerche a costruire la mostra, esse agiscono come contrapposte forze del sistema solare (leggi illuminante), per favorire lo sviluppo biologico sulla terra.

Tutti gli opposti, che l’accostamento tra Morales e Turina suggerisce, sono costituiti da analisi e affezioni distinte, cresciute in storie di vita lontane tra loro, ma, per chi varcherà la soglia della mostra, risuoneranno come note armoniche. Sono uno spartito di suggestioni complementari che nella loro logica formale attivano un ragionamento, e dunque una commozione. (Ongaretti) 

Testo critico di Michela OngarettI